Cos‘è il peeling

Il Peeling Chimico Cutaneo è un trattamento medico, consistente nell’applicazione cutanea di un acido (o di una combinazione di acidi) che viene scelto dal medico in funzione delle finalità da raggiungere, e che ha azione chimica sulla pelle, tale da danneggiare l’epidermide ed intaccare il derma allo scopo di regolarizzare le relative imperfezioni ed ipercromie, accelerare il ricambio cellulare, regolarizzare il sebo, restringere i pori dilatati, migliorare qualitativamente il manto cutaneo, stimolare i fibroblasti alla ricostruzione del collagene e dell’elastina al fine di dare nuova vitalità e freschezza alla pelle agendo attivamente nel rinnovo dello strato cutaneo nella sua totalità.

Può quindi essere utile nella prevenzione e trattamento dell’invecchiamento cutaneo, per contrastare e trattare le rughe, levigare e rendere più luminosa ed omogenea la pelle, nel regolarizzare il sebo nelle pelli seborroiche e nel   trattamento dell’acne specificatamente nelle fasi pre e post acneiche, ma anche più specificamente con peeling localizzati e mirati all’asportazione di macchie cutanee (cloasma-melasma, lentigo, cheratosi ecc..)

Il trattamento viene effettuato secondo procedure diverse a seconda del prodotto impiegato che solitamente viene applicato secondo il protocollo specifico e successivamente neutralizzato o meno a seconda della specificità dello stesso; a seguito dell’applicazione del prodotto si avverte un bruciore più o meno forte, seguito da un arrossamento della zona, e successiva desquamazione di durata variabile secondo l’entità del trattamento e la soggettività del paziente.

E’ importante pertanto prevedere eventuali astensioni da attività lavorative e sociali secondo quanto indicato dal medico.

Controindicazioni ed effetti collaterali

Le principali controindicazione al trattamento sono: Herpex Simplex, pregressa radioterapia, limitante la riepitelizzazione a partenza annessiale, trattamento con isotretinoina, diastesi fibroblastica, terapie in atto controindicate per supposti rallentamenti della fase riparativa, malattie autoimmunitarie,fototipi elevati (IV-VI Fitzpatrik).

Questa modalità di trattamento può suscitare eritema, edema, croste, macchie, più o meno evidenti, a seconda della metodologia e dell’acido utilizzati, così come può indurre maggiore reattività cutanea e recidive erpetiche in soggetti predisposti, comparsa di cicatrici o cheloidi, eritema persistente, aree persistenti di aumentata o diminuita pigmentazione, vescicolazioni, accentuazione o sbiadimento di nevi melanocitici, comparsa o accentuazione di teleangectasie, presenza di milia, persistente sensibilità al vento ed al sole, infezioni batteriche, virali, fungine, ectropion, lesioni atrofiche la durata di questi effetti può essere variabile da qualche ora ad alcune settimane, eccezionalmente anche per alcuni mesi.

Sono anche stato messo al corrente che tale procedura può determinare rischi o complicanze per cause non inerenti al buon operato del medico.

E’ assolutamente sconsigliata l’esposizione diretta ai raggi ultravioletti (esposizione solare, lampade) come al calore (docce molto calde, saune e bagni turchi) o al freddo intenso nelle quattro settimane successive al trattamento così come da evitare sono tutte le manovre traumatizzanti (sfregamento della zona trattata, gommage, brushing, terapie estetiche ecc), l’utilizzo di detergenti o cosmetici inadeguati che possono aumentare il rischio di effetti collaterali ed alterare il risultato terapeutico prefissato.